Uno “stabilimento ittiogenico” è il luogo specializzato per l’allevamento e la riproduzione dei pesci ed in particolare dedicato alla fecondazione e all’incubazione delle uova. Negli incubatoi vengono fatte schiudere le uova e sono accresciuti gli “avannotti” (i pesci appena nati) prima di essere liberati nei corsi d’acqua ritenuti idonei, al fine di incrementare la pesca lacustre.
La liberazione in acqua (“semina”) degli avannotti si svolgeva un tempo con cerimonie (“cerimonie nautiche”) a cui erano presenti le autorità locali, che pronunciavano discorsi spesso direttamente su una delle barche dalle quali avveniva il rilascio dei pesciolini contenuti in piccoli bidoni poi riversati in acqua. Questa attività era considerata un vero e proprio evento tanto da essere segnalato sui giornali e documentato con foto e articoli di giornali.
Sul Lago Maggiore operava lo Stabilimento Ittiogenico di Carciano (detto anche “Incubatoio Borromeo”) che per volontà della casata Borromeo dal 1890 iniziò a collaborare con i soci dell’Unione Pescatori e introdusse nel lago il coregone, pesce oggi ormai considerato autoctono ma immesso solo dalla fine dell’800. La stazione trattava uova di coregone, di trota e di salmerino.
Dopo la chiusura dello stabilimento di Carciano venne usato provvisoriamente come incubatoio un locale sull’Isola (l’attuale sede della Pro Loco).